il libro è poggiato sopra una colonna di pietra, sull'immagine si trova il titolo del libro, ovvero Lo Hobbit, edito nel 1937 e scritto da J.R.R. Tolkien

Fino alla fine dei suoi giorni Bilbo non riuscì mai a ricordare come fece a trovarsi fuori casa, senza cappello, bastone, un po’ di denaro, o una qualsiasi di quelle cose che di solito portava con sé quando usciva, lasciando a metà la sua seconda colazione e senza sparecchiare, ficcando le chiavi in mano a Gandalf e correndo alla massima velocità consentitagli dai piedi lanuginosi giù per il viottolo, oltre il grande Mulino, di là dall’Acqua e poi per un miglio e più.
Era tutto ansimante quando arrivò a Lungacque proprio al rintocco delle undici, e scoprì che era venuto via senza neppure un fazzoletto!
“Bravo!” disse Balin che stava sulla porta della locanda in attesa di vederlo arrivare. Proprio allora tutti gli altri sbucarono da dietro l’angolo della strada proveniente dal villaggio. Montavano dei pony e da entrambi i fianchi di ogni pony pendevano i bagagli più disparati: casse, pacchi ed effetti personali. C’era anche un pony assai piccolo, a quanto pareva destinato a Bilbo.
“Montate su, voi due, e partiamo!” Disse Thorin.
“Mi dispiace tanto,” disse Bilbo, “ma sono venuto via senza cappello e ho dimenticato il fazzoletto e sono senza soldi. Non ho ricevuto il vostro biglietto che alle dieci e quarantacinque, per essere precisi.”
“Non essere preciso,” disse Dwalin, “e non preoccuparti! Dovrai fare a meno di fazzoletti e di un bel po’ di altre cose, prima di arrivare alla fine del viaggio. Per quanto riguarda il cappello, ho un cappuccio e un mantello in più nel mio bagaglio.”
E fu così che si misero in viaggio, caracollando via dalla locanda in un bel mattino di fine aprile, su dei pony sovraccarichi, e Bilbo indossava un cappuccio verde scuro (un po’ rovinato dalle intemperie) e un mantello verde scuro prestatigli da Dwalin. Erano troppo grandi per lui e gli davano un’aria abbastanza buffa. Che cosa avrebbe pensato di lui suo padre Bungo, non osò pensarlo. La sua unica consolazione era che non avrebbe potuto essere scambiato per un nano, visto che non aveva la barba. Cavalcavano da poco, quando arrivò Gandalf veramente superbo su un cavallo bianco. Recava con sé molti fazzoletti e la pipa e il tabacco di Bilbo.
Dopo di ciò, dunque, la brigata andò avanti molto allegramente, ed essi raccontarono storie e cantarono canzoni tutto il giorno mentre cavalcavano, eccetto naturalmente quando si fermavano per i pasti. Non ce n’erano tanti quanto Bilbo avrebbe voluto, tuttavia egli cominciò a pensare che le avventure non erano poi così brutte.

Per accompagnare

Per stravolgere